Il Monitoraggio diretto dell'input con effetti da una scheda audio in alcune DAW
Con pratici esempi e spiegazioni approssimative!
Eccoci nel primo articolo del “Pippone Tecnico”, un tentativo di sciorinare quelle "cosacce" tecniche riguardo le registrazioni vocali da Home Studio…
Alcune sono cose che ho imparato, altre le ho comprese a modo mio ed altre ancora mi vengono naturali…
Queste ultime sono la cosa più complicata da spiegare…
Perché?
Primo esempio stupido:
Sai camminare? Ottimo! Riusciresti a spiegarmi come fai? Come ti mantieni in equilibrio? Come lo spiegheresti a qualcuno che non ha ancora imparato a farlo?
Fare un passo è facile, in gioco vi sono una serie di forze e movimenti che iniziano e si concludono in pochissimi istanti, per spiegarlo nel dettaglio, non ti basterebbe mezz’ora.
Ma noi siamo tenaci e vogliamo provarci lo stesso?
Perfetto! Ma tieni in considerazione una cosa: ognuno di noi ha il proprio modo di camminare, una propria andatura, ciò che per me può risultare utile, per altri può non esserlo affatto…
Quindi qui, ti spiegherò qual è il mio modo di camminare e se riusciremo a "stare al passo" sarà fantastico!
Come primo episodio sperimentale, partirò con lo spiegare come effettuare un monitoraggio diretto dell’input di una scheda audio del suono già processato...
Certo, poche righe ed avrei potuto concludere in fretta, ma invece NO! La mia logorrea colpisce anche attraverso la tastiera e quindi partiamo dall’inizio:
Eccoci al primo articolo dedicato al “Pipp…
Ops no, scusa, non da questo inizio.
Da dove entra il suono? Semplice, dal microfono, dirai tu, e invece non è proprio corretto in quanto il suono potrebbe entrare anche da uno strumento musicale, da una pedaliera multi effetto o da un qualsiasi altro dispositivo analogico o digitale che sia.
Ciò che è necessario per riuscire a convertire il nostro segnale in un linguaggio comprensibile dai nostri cari digitali personal computer è LA SCHEDA AUDIO.
Esistono 2 tipologie (più comuni) di schede audio, Senza DSP (quelle più economiche), con DSP (un po' più costosette), ma il lavoro che fanno, tolti i vari preamplificatori e range di frequenza su cui lavorano, è più o meno lo stesso…
Si, allora perché quelle con DSP costano almeno 4 volte di più? E cos’è un DSP?
Il processore di segnale digitale o digital signal processor (DSP) è un processore dedicato e ottimizzato per eseguire in maniera efficiente l'elaborazione di segnali digitali.
I DSP utilizzano un insieme di tecniche, tecnologie, algoritmi che permettono di trattare un segnale continuo dopo che è stato campionato. E’ progettato per elaborazioni di sistema in tempo reale.
E qui sveliamo l’arcano: In sostanza una scheda audio con DSP ha dei processori dedicati all’elaborazione del segnale che riceve dall’input (microfono, strumento, apparecchio della nonna…) e li elabora in tempo reale, offrendo la possibilità di un monitoraggio diretto dei preamplificatori applicati, degli effetti e della catena audio, lanciando il tutto già elaborato e pronto per essere inciso dalla nostra DAW (digital audio workstation).
Alcune schede sono in grado di veicolare la propria elettronica nell’alimentazione di una phantom power e della preamplificazione, alcune tramite emulazione software, altre agendo proprio sull’elettronica e regolandosi di conseguenza.
Ah, la Phantom Power è la cosiddetta “Alimentazione Fantasma” e serve per alimentare il circuito di uno strumento (solitamente un microfono) per alimentare la scheda dello stesso, il preamplificatore di segnale e la capsula che cattura il suono.
Comunque, la scheda con DSP hai capito come funziona?
In sostanza elabora il segnale applicando in tempo reale la nostra catena audio ed incidendola direttamente nella DAW già “pretrattata”, con uno snellimento dei processi nelle fasi di “editing” e successive.
Mi riferisco al voice over, ma lo stesso principio è applicabile ad uno strumento musicale:
Grazie alla chitarra elettrica, ho scoperto che non tutti i DSP sono uguali e non tutti sono capaci di star dietro ai segnali d’ingresso mantenendosi con pochi millisecondi di latenza…
Eh no! Lo scoprii una quindicina di anni fa, durante un contest musicale.
Io all’epoca conoscevo solo il suono pulito ed il suono distorto, ignoravo l’esistenza di un mondo infinito di suoni e combinazioni.
Mi confrontai con altri chitarristi che mi avevano parlato molto bene dei POD, ma da povero sognatore quale ero, avevo optato per una versione economica, forse troppo economica:
La cosa fondamentale del contest, non era vincere, bensì non arrivare ultimi, scaletta ben studiata, preparati, carichi, tesi come dei Mi cantini, saliamo sul palco ed attacco la mia chitarra al mio POD rosso…
Suono pulito, tutto ok, poi sperimento i chorus, le distorsioni, i delay, i wah e lì mi accorsi di una cosa con il monitor gigante che avevo di fronte: arrivavo tardi!
Avevo una latenza devastante e mentre nei power chord riuscivo ad anticipare la battuta per compensare il ritardo, nelle parti soliste steccai di brutto.
Non arrivammo ultimi però, rimandai indietro quel Rosso e ne acquistai un altro un po' più costoso, ma che in oltre 10 anni di attività (comprese sagre e feste dove il rischio di un bagno di birra era molto elevato) non ha mai dato problemi.
Non tutti i DSP sono uguali…
Ora torniamo nel mio campo, quello dei “Poveraccy” e parliamo delle schede economiche…
Quelle che alcuni definiscono “schifezze” ma che spesso hanno contribuito a creare quasi tutto ciò che sentiamo in tv, in radio eccetera:
Schede senza DSP
In caso di assenza di un processore dedicato, il segnale alimentato e preamplificato viene comunque affidato alla piccola scheda audio che lo prende e lo ficca dentro alla nostra DAW così come lo trova, senza fargli nulla, se non dargli una piccola pompatina.
Tutto il resto del lavoro di una eventuale catena audio, sarà affidata alla CPU della nostra macchina.
Il processore del nostro pc è un po' come quelle centraliniste degli anni 50, che collegavano 10 jack al secondo per favorire la comunicazione degli utenti, senza interruzioni e nella maniera più precisa possibile.
Mentre noi stiamo guardando il video di un panda che starnutisce, la CPU sta tenendo in piedi tutta la baracca e si occupa di processi che noi ignoriamo, ma che sono utili a mostrarci il panda che starnutisce senza interruzioni.
E mentre noi ridiamo, la poverina è costretta a farsi in 4 / 8 / 12 per poter eseguire correttamente tutte le operazioni che noi utenti capricciosi le chiediamo di fare.
Non si parla di un impiegato dell’ente regionale N°6 che riesce a confondersi con la tappezzeria, qui parliamo di un vero e proprio Baudaffi Pasquale.
Noi siamo Il Dottor Thomas che gli chiede di fare sempre di più…
Ed eccoci al punto, la nostra CPU Baudaffi Pasquale è già bella carica ed impegnata ad attivare la telescrivente col “Q”, che noi ci presentiamo da lei e le chiediamo:
“Scusi, giacché si trova qui, potrebbe processarmi in tempo reale questa catena di effetti?
Poca roba, una sciocchezza, sono 2 preamplificatori, 3 equalizzatori, 4 compressori, un de breather, de clicker, 2 de esser 3 limiter, 2 riverberi…
Grazie! La sua soddisfazione è il nostro miglior premio!”.
Baudaffi CPU, a differenza di quello del film che "esplode", riesce a svolgere qualsiasi compito, ma secondo te, riuscirà a restituirti un risultato in tempo reale?
Col cacchio! Una latenza di almeno 5 secondi, appoggiandosi alla RAM e prendendosi il suo tempo grazie alla dimensione del Buffer dedicato all’hardware (scheda audio) che possiamo settare tramite DAW o driver dedicati della scheda.
In sostanza la CPU inizia a lavorare su quel segnale, poi si appoggia alla RAM rispettando la dimensione del Buffer e prende tempo per elaborare la parte successiva, nel frattempo ti riproduce quella parte elaborata che era stata lasciata nella RAM secondo le indicazioni del buffer e così a ciclo continuo.
Non possiamo ridurre la latenza a zero proprio a causa del funzionamento dell’hardware, al massimo possiamo agire sul buffer.
È impostabile con multipli di 8, se andassimo sull’impostazione minima (16kb), questo scambio tra ram e cpu avverrebbe più rapidamente, riducendo la latenza, ma non riuscendo sempre a restituirci un segnale elaborato; Quindi si creeranno clip e rumori vari che renderanno il nostro suono incomprensibile.
Al contrario, se settassimo un’impostazione massima (1024 / 2048), il suono risulterà sempre preciso, ma aumenterà il ritardo nella riproduzione e nella reattività della DAW.
Bisogna trovare un giusto compromesso, io mi trovo bene a 512kb (ma io non monitoro gli effetti in tempo reale).
Chiaro? Scuro?
Ma basta col “Pippone tecnico” e mettiamo in pratica tutto questo con 3 programmi (DAW) che ho voluto mettere alla prova:
Audacity – Il Paint delle registrazioni Vocali
Audacity è open source, gratuito, funzionale, strutturato abbastanza male e non ha un vero e proprio monitoraggio diretto, però da qualche versione a questa parte, hanno aggiunto la possibilità di avere un’anteprima degli effetti in tempo reale e monitorare il risultato PRIMA di applicarli sulla traccia.
Audacity prima ti permetteva di registrare una traccia, selezionare la parte interessata ed
applicarci un effetto che potevamo ascoltare in un’anteprima di qualche secondo.
Poi si cliccava su “Applica” ed il risultato era tutt’altra cosa…
Come dire:
“Cameriere? Mi porta 20 arrosticini?”
Ti mostra una foto: “Questi? Così?”
“Certo!”
“Sicuro?”
“Si si, 20 mi raccomando…”
"Sono subito a lei..."
E ti porta dei totani.
Oggi ci siamo avvicinati a quella che è una vera e propria DAW.
Il monitoraggio diretto è ancora fallimentare, però l’ascolto degli effetti in tempo reale è una cosa molto utile…
Si spera rimanga fedele agli arrosticini ordinati…
Adobe Audition – Il Mixatore
Adobe Audition è la mia DAW preferita per quanto riguarda il mixing, il livellamento voce / musica, l’editing e la pulizia e la registrazione di progetti BREVI!
La utilizzo principalmente per queste cose: spot, piccoli progetti su cui sono sicuro che non ci sarà la necessità di revisioni, casting e montaggio audio.
E’ una DAW completa, leggera (basta restare sotto i 30 minuti di progetto) e funzionale.
Si divide in 2 parti:
il File singolo su cui puoi semplicemente registrare impostando all’inizio i parametri (Frequenza, Bit, Canali) e POI editare, normalizzare, caricare una catena audio, ascoltarla (in POST) e poi applicarla…
E il Multitraccia.
Il Multitraccia è una vera e propria comodità, puoi applicare effetti sulla traccia intera, selezionare le mandate dell’audio, caricare effetti su una singola clip e selezionare la traccia dedicata alla musica, impostando il cosiddetto “Auto-duck”, livellando il volume della musica in maniera eccellente.
La cosa che ci interessa è il Rack effetti su una traccia.
Armiamo la traccia per la registrazione attivando la “R”, carichiamo un rack di effetti ed attiviamo la “I” di fianco alla “R” presente nella traccia.
Il gioco è fatto!
Ciò che ascolterai adesso, non è altro che il tuo suono già processato e passato attraverso tutti gli effetti del RACK DELLA TRACCIA (non è possibile ascoltare quello delle singole clip), possiamo settarli al meglio e trovare la catena che più ci piace, con una latenza non molto accettabile (ovviamente), ma giusto per avere un’idea di quella che sarà la nostra creatura finale.
Piccola precisazione:
Se si disattiva il rack di effetti, la traccia suonerà RAW (grezza), in quanto la traccia che andremmo ad incidere non sarà “già effettata”, ok?
Questo comporta un pro ed un contro.
Pro: Possiamo cambiare qualche parametro in corso d’opera.
Contro: Dovremmo prima occuparci dell’editing e poi caricare il rack di effetti, in quanto ad
ogni “Play” si perderanno diversi istanti dal momento del click al momento dell’avvio della riproduzione. (Sempre perché c’è la CPU Baudaffi che si sta prendendo il suo tempo).
Si può risolvere con le "mandate", (un po' come su Logic Pro X), ma comunque avremmo una macchina più affaticata.
C’è un’altra DAW che può risolvere questa “problematica” ed è la mia preferita per progetti medio / lunghissimi o per split di tracce, o per doppiare, o per suonare, per cucinare, giocare a Diablo (e chi ce l’ha più il tempo???):
Steinberg Nuendo
Il Nuendino ha tenuto botta a progetti di 6 ore, mantenendosi fresco come una rosa e reattivo come una zanzara che annusa un gruppo sanguigno 0.
Il tutto con questo piccolo “escamotage” utilizzabile anche con il cugino Cubase o con il molto più economico Reaper (DAW molto valida ed universalmente installabile su qualsiasi macchina o sistema operativo):
Creando un nuovo progetto con Nuendo, potresti inserire gli effetti direttamente nel canale di ingresso avendo come risultato una traccia incisa con già la tua catena audio applicata.
Poi puoi occuparti di fare editing, separare, pulire i file, sistemare il sync eccetera, senza nessun problema.
L’ascolto diretto sarà comunque in ritardo, ma in fase di registrazione, seppur volessimo sincronizzarci con un filmato, non avremmo problemi in quanto la DAW seguirà naturalmente il ritardo, quindi vi riprodurrà la parte video con lo stesso “tempo” della registrazione…
Semplicemente fantastica, la mia preferita.
Bè, siamo arrivati alla fine…
Per qualsiasi cosa, c’è il filmato in cui ti presento degli esempi pratici.
Fammi sapere se l’articolo ti è stato utile e se hai necessità di qualche altra prova in particolare o qualsiasi altra curiosità... Ne potrei tirar fuori un “Episodio 2”
Grazie per la lettura e dai un'occhiata al video correlato per degli esempi pratici... buon buffer(t)!
Ecco il video:
Commenti